“Psicoterapia” è un termine molto generale : nel suo famoso trattato – che si riferisce alla storia della psichiatria dinamica – Henri Ellenberger, in modo interessante, traccia la sua origine fin a tempi molto antichi. Egli ad esempio afferma : “Se risaliamo alle origini della psicoterapia dinamica, vediamo che la si può ricollegare a una lunga serie di antenati e precursori. Taluni insegnamenti medici o filosofici del passato, taluni antichi metodi di guarigione, offrono sorprendenti intuizioni di quelle scoperte sulla mente umana che saremmo portati ad attribuire a una epoca molto recente.”
Egli poi traccia collegamenti interessanti con le pratiche sciamaniche di guarigione dell’anima (da lui definita come medicina “primitiva”) per arrivare al periodo di fondazione delle prime città stato dove, accanto all’adattamento a questo nuovo clima sociale delle tecniche di “guarigione dell’anima” impiegate precedentemente, “un aspetto notevole di queste culture fu costituito dalla elaborazione di tecniche di addestramento mentale molto sofisticate spesso con implicazioni psicoterapeutiche – basate su taluni insegnamenti filosofici e religiosi.” (p46 della edizione italiana).
Egli quindi sottolinea come il rapporto tra “cura dell’anima” (psico-terapia) e Via di Sviluppo Interiore sia presente sin da epoche molto antiche,
Questo rapporto può essere esaminato nell’epoca attuale da diversi punti di vista.
A questo proposito ad esempio i diversi approcci psicologici possono considerarsi come situati tra due estremi :
- da una parte quelli che tracciano una divisione assoluta, quasi una contrapposizione tra questi due aspetti. Tra questi gli orientamenti strettamente “scientifici”, come il Cognitivismo-Comportamentismo
- l’altro è caratterizzato da una sorta di non distinzione tra una e l’altra, un passaggio sfumato che rischia di avere dei punti critici di confusione, come in almeno alcuni orientamenti della Psicologia Transpersonale.
Riflessioni generali
a) Entrambe si propongono un cambio di condizione : da un lato ci può essere il superamento di uno stato di sofferenza o di disagio, dall’altra quella di sviluppare determinate qualità e facoltà indipendentemente dal fatto se la situazione precedente sia avvertita come limitante.
E’ d’altra parte anche vero che sovente è proprio un certo grado di disagio rispetto alla sua situazione attuale a spingere l’individuo a cercare qualcosa di “altro” e a condurlo su una Via di Trasformazione Interiore.
b) In alcune forme di psicoterapia e nella vie Sapienziali, il cambiamento vero è visto come un processo di trasformazione interno, non come semplice adattamento esteriore o come un miglioramento delle “condizioni di vita” né tantomeno limitato alla risoluzione di un “problema”.
D’altra parte in diverse forme di terapia un punto centrale è proprio – che sia ammesso o no – un certo grado di adattamento all’ambiente e al contesto sociale che è utilizzato come parametro di sanità.
c) Il lavoro incentrato sulla ricerca della verità su di sé – un lavoro di scoperta e confronto con la propria realtà interiore, compreso l’incontro con aspetti nascosti, rimossi o dolorosi – sembra, nei tempi moderni, rimasto appannaggio pressoché esclusivo solo di alcuni orientamenti di psicoterapia. Tutta la spiritualità e soprattutto lo spiritualismo recente e attuale tende a dare scarsa importanza a questi aspetti che dovrebbero essere in qualche modo modo “miracolosamente” superati.
d) Se la esperienza vissuta è un punto fondamentale di quasi tutte le forme di psicoterapia e la guarigione passa attraverso l’esperienza diretta e concreta.
Paradossalmente proprio in alcune vie spirituali sembra che l’esperienza diretta del Divino sia limitata e circoscritta a precisi ambiti (come nella esperienza mistica) e che gli adattamenti “religiosi” delle vie spirituali prevedano più l’adeguamento a certe norme e certi rituali insieme alla acquisizione di un sapere teorico che non la ricerca di una esperienza profondamente trasformativa
e) Se analizzate dal punto di vista della finalità ultima:
La psicoterapia (nella maggior parte delle sue forme) mira alla salute psichica, all’integrazione della personalità e alla possibilità di vivere pienamente nel mondo.
La Tradizione Sapienziale mira alla realizzazione spirituale: una trasformazione che va oltre il piano psicologico, coinvolgendo l’Essere, il Principio, un piano del Reale oltre il fenomenico.
Nello sviluppo storico di questa tematica si possono considerare (–) orientamenti principali
. uno che mantiene una sua realtà e coerenza è quello che pone un ordine temporale tra questi due ambiti: un percorso psicoterapeutico può essere una utile base per un successivo cammino trasformativo evitando così di cadere nelle grossolane trappole che in questo cammino sono comunemente incontrate …..
. un altro che raccoglie diversi orientamenti che possono essere considerati come una critica al primo e ai suoi limiti impliciti
Negli anni ’60-’80, il rapporto tra psicoterapia e via di sviluppo spirituale comincia a essere esplorato in modo nuovo, soprattutto in ambienti come Esalen Institute in California.
Qui si supera la tradizionale separazione tra cura psicologica e ricerca interiore, cercando un approccio integrato capace di accompagnare l’individuo dal riequilibrio emotivo fino a stati di consapevolezza più elevati.
Un concetto importante che emerge in quel contesto è quello della psicoterapia come fase preparatoria. L’idea, sostenuta da figure come Dick Price e Michael Murphy, è che il lavoro terapeutico sia essenziale per “preparare il terreno” alla maturazione spirituale. Non si tratta di un semplice passaggio tecnico, ma di un requisito profondo: senza una sufficiente integrazione psicologica, l’apertura a dimensioni spirituali rischia di generare confusione, narcisismo spirituale o veri e propri disturbi psichici.
In questo quadro, ad esempio, il lavoro emotivo profondo, promosso attraverso la Gestalt Therapy o la Bioenergetica, viene visto come un altro pilastro indispensabile.
Nonostante questo modello molto “ordinato”, nel tempo è cresciuta anche una sensibilità verso una concezione più fluida, in cui il confine tra psicologico e spirituale è visto come meno rigido.
In molte visioni contemporanee, non si tratta più solo di “completare” la psicoterapia per poi “iniziare” la via spirituale, ma di riconoscere che, già durante la cura di sé, possono emergere autentiche intuizioni spirituali e che il processo di guarigione e quello di risveglio si intrecciano costantemente.
Negli anni più recenti, diversi approcci hanno iniziato a superare o integrare la visione della psicoterapia come mero “pre-requisito” per la spiritualità.
L’analisi di questi modelli porta ad alcune considerazioni :
a) Psicoterapia e crescita spirituale potrebbero essere intrecciati fin dall’inizio in uno scenario di duplice rinforzo :
. la cura delle ferite psicologiche può portare a intuizioni spirituali spontanee
. le esperienze spirituali o anche il solo riportare le esperienze vissute nella cornice più ampia dello Spirituale e de Sacro possono accelerare e rendere maggiormente stabile nel tempo la guarigione psico-emotiva.
b) Esperienze spirituali (anche precoci o non cercate) se opportunamente integrate nel percorso possono agire anche come catalizzatori della crescita psicologica (una sorta di “modello catalitico”) ed essere spinte motivazionali a raggiungere condizioni di esistenza più complete.
c) Si può ammettere una non prevedibile alternanza tra necessità psicologiche e bisogni spirituali che occorre accettare e trattare nel momento della loro insorgenza in un percorso integrato
Questa visione considera l’essere umano come un campo dinamico in cui psicologico e spirituale si intrecciano continuamente, spesso in modi imprevedibili e invita a rispettare la complessità del processo umano, senza rigidità né forzature.