ARTICOLO IN STESURA
IIntrodurre in poche parole un argomento così complesso non è semplice.
Ho scelto di farlo per gradi, partendo da questa prima parte che è una sintesi descrittiva dei “Caratteri” o “Tipi Psicologici” proposti nel Enneagramma della Personalità.
Negli articoli successivi cercheremo progressivamente di addentrarci all’argomento dettagliando ed esplorando le varie tematiche, comprese le controversie inerenti a questo sistema.
Negli anni ’70 del secolo scorso, Oscar Ichazo introdusse in Occidente un modello di studio dell’individuo basato sull’impiego di un antico simbolo a nove punte: l’Enneagramma. Questo simbolo, da lui reinterpretato alla luce di pratiche filosofiche e psicospirituali derivate da fonti neoplatoniche, sufi e greche, divenne il perno di un sistema di classificazione psicologica articolato in nove tipologie fondamentali.
In questo schema, ciascun individuo è caratterizzato da una “caratteristica basica” (termine utilizzato da Ichazo), intesa come nucleo motivazionale o distorsione centrale attorno a cui si organizza la personalità. Queste nove tipologie, seppur generalizzate, erano concepite come modalità fondamentali e ricorrenti di distorsione dell’identità essenziale dell’essere umano, prodotte da un disallineamento con la propria “Essenza”.
Il sistema venne successivamente approfondito e riformulato da Claudio Naranjo, psichiatra e ricercatore cileno, che fu uno degli allievi diretti di Ichazo e partecipò al primo gruppo di studio da lui condotto ad Arica, in Cile, nel 1970. Naranjo, pur riconoscendo il debito teorico verso Ichazo, sviluppò autonomamente un’estensione del modello integrandolo con elementi della psicologia occidentale, in particolare della psicoterapia gestaltica, della psicoanalisi e del pensiero di Gurdjieff.
Nei suoi corsi di formazione denominati SAT (Seeker After Truth), Naranjo riformulò la “caratteristica basica” in termini emotivi e cognitivi, introducendo le categorie di:
Passione: un’emozione dominante e ricorrente, vissuta in forma distorta, che colora l’esperienza del mondo e delle relazioni.
Fissazione: una struttura cognitiva rigida e parziale, che guida il modo di interpretare la realtà e che si autoalimenta nel tempo.
Questa distinzione permise di raffinare e rendere psicologicamente più preciso il sistema delle 9 tipologie, che Naranjo preferì chiamare “enneatipi”, segnando così un’evoluzione concettuale rispetto all’impostazione originaria di Ichazo.
In questa prima parte, oltre a una descrizione sommaria di ciascun Enneatipo, voglio suggerire che ciascuno di essi rappresenta una “Via” deformata in opposizione alla Via della propria crescita interiore.
ENNEATIPO 1
La Via della Rabbia Socializzata
Passione: Ira
Fissazione: Perfezionismo
L’Enneatipo 1 è dominato da un ideale rigido di perfezione morale e comportamentale, che lo porta a reprimere l’ira e a sostituirla con indignazione morale.
IRA
Una avversione per ciò che è ritenuto imperfetto o scorretto — in sé, negli altri e nel mondo.
“La rabbia dell’Uno non è l’esplosione dell’Otto, ma un brontolio interno trasformato in indignazione moralistica.”
(Naranjo)
Questa rabbia ha una funzione difensiva: impedire il contatto con il disordine interiore, con l’istintualità e l’imperfezione. Il soggetto la canalizza verso l’esterno sotto forma di critica, giudizio, perfezionismo.
PERFEZIONISMO
La mente dell’Uno è organizzata attorno a una serie di ideali normativi interiorizzati: “ciò che è giusto”, “ciò che è doveroso”, “ciò che dovrebbe essere fatto”. Il mondo viene filtrato attraverso un pensiero dicotomico (giusto/sbagliato, buono/cattivo) che diventa standard assoluto.
“L’Uno non cerca tanto la perfezione quanto l’aderenza a un ideale che ha perso il contatto con il sentimento.” (Naranjo, Carattere e Nevrosi)
Il perfezionismo è dunque una strategia cognitiva per sedare la rabbia e mantenere un senso di superiorità morale. Ma sotto questa maschera c’è autocritica spietata e una profonda paura di sbagliare.
ENNEATIPO 2
La Via dell’Amore Condizionato
Passione: Orgoglio (sentimento gonfiato del proprio valore legato alla propria “bontà”)
Fissazione: Adulazione (o “autoinganno”)
L’attenzione è centrata sugli altri, in modo manipolativo, per sentirsi indispensabile e amato, negando i propri bisogni.